Budo

Bu-Do

Bu-do,  la Via Marziale

Il Budo (pittogramma a fianco) evolve il concetto di Bu-jutzu la tecnica marziale, l’arte militare volta a conoscere e perfezionare i diversi sistemi di combattimento a mani nude e di uso delle armi a scopo militare: ju-jutso, iai-jutso, naginata-jutsu, ken-jutsu.
Il Budo mira all’autoperfezionamento utilizzando le pratiche marziali per agire su se stessi in una dimensione spirituale in modo che la tecnica jutsu diventi una Via (do) di realizzazione di pace e armonia interiori.
Lo scopo è realizzare di essere uno con tutto il creato e agire per compiere l’unione (yoga) del sè con il Sè Superiore.

Diverse discipline riconoscono nel Budo: aikido, iaido, judo, karatedo, kendo, kyudo.

 

In tutte queste Vie spirituali (do) il cammino del praticante passa attraverso l’acquisizione di posizioni e di tecniche fondamentali (kion) che oltre a costituire il bagaglio tecnico del budoka, ne sviluppano la consapevolezza e la conoscenza interiore.

Le tecniche, sempre più complesse e varie, trovano applicazione e verifica nel confonto con l’avversario: il kumite.

Il kumite nelle diverse forme, tende a sviluppare lo Yomi, la lettura, l’anticipazione delle mosse dell’avversario attraverso l’intuizione. É quindi strettamente legato alla applicazione di concetti come lo Hyoshi e Ma-ai.

Hyoshi è la cadenza, l’armonizzazione del ritmo di esecuzione con quello dell’avversario.

 

Ma-ai è la distanza-tempo, la corretta valutazione della giusta distanza e dell’attimo che sola consente di superare le difese dell’avversario e portare a segno la tecnica.

La pratica delle forme codificate (kata) amplia la visione del budoka, che, simulando il combattimento con più avversari, tende a superare gli schemi del confronto a due per aprire la consapevolezza e la sensibilità a tutto lo spazio circostante, ad ogni esperienza, ad ogni situazione. La pratica del kata richiede grande concentrazione e liberando la mente dalle paure del confronto con l’avversario e armonizzando movimento e respiro, tende a sviluppare l’intuizione, fondamentale per la corretta pratica marziale e per l’esperienza del Satori.

 

Parte fondamentale del percorso marziale moderno sono gli esami per il passaggio di grado, solitamente organizzati in due sessioni annuali.

Durante l’esame il praticante deve dimostrare di aver appreso sia le tecniche fondamentali (kion) che la loro applicazione in combattimento con l’avversario (kumite).
L’esecuzione del Kata evidenzia le capacità di concentrazione, coordinamento e giusta intenzione raggiunte dall’allievo.

 

Nel Karatedo, in particolare, si inizia come cintura bianca per proseguire con le cinture gialla, arancione, verde, blu e marrone.
Alle cinture sono associati una serie di livelli che possono variare secondo le diverse scuole, il Satori karate-do utilizza la terza suddivisione (Grado III).

 

Kyu Nome Grado I in Giappone Grado II Grado III
9       Bianca
8       Gialla
7       Arancione
6 Rokkyu Bianca Bianca Verde
5 Gokyu Bianca Gialla Blu
4 Shikyu Bianca Arancione Blu
3 Sankyu Marrone Verde Marrone
2 Nikyu Marrone Blu Marrone
1 Ikkyu Marrone Marrone Marrone

L’ultimo passaggio è l’esame per cintura nera primo Dan.

Da qui, come spesso dicono i maestri, si inizia a praticare il karate.

I Dan da 1 a 10 sono i gradi della Cintura Nera. I programmi variano con l’esperienza acquisita dal praticante divenendo sempre più impegnativi sotto il profilo sia fisico che mentale.