La Luna

La diciottesima carta è in relazione con il Carro e la sephirah Nezach.

La capacità di scelta, lavolontà rappresentate dal Carro risultano qui indispensabili per superare le insidie rappresentate dalle profonde acque dell’egoismo e dai mostri abbaianti della superbia, e giungere alla Gerusalemme celeste la cui regione è nel quarto cielo, manifestazione di Nezach, la Vittoria.

 

Nel percorso del mistico rappresenta la sublimazione degli istinti, delle emozioni materiali per accedere ad un altro livello di coscienza.

 

Rappresenta il cambiamento profondo necessario a superare la visione materiale limitata, simboleggiata dal paesaggio immerso nella debole luce riflessa della Luna, per raggiungere livelli di coscienza luminosi e più spirituali.

 

È associata al 18°sentiero che collega Tiphereth a Jessod, al segno dell’Acquario e alla lettera Tzadi צ . Il valore numerico di Tzadi è 90, come Melek מלך Re, e la ricollega alla figura del Re illuminato dell’Arcano 7 (Artù) la cui rettitudine consente di superare le insidie e giungere alla Vittoria (Nezach).

 

Nella carta le mura sulo sfondo sono quelle del castello di Artù,dove spiccano le due torri a rappresentare i pilastri dell’Albero Sephirotico.

Ai cani è affidata la rappresentazione dei pericoli e delle insidie sul percorso iniziatico, nascosti all’ombra della Luna.

Mentre l’episodio di San Geminiano che calma la tempesta (delle emozioni), richiamato dalla figura del demone nelle acque, rafforza il significato di superamento degli istinti presente nella carta.

 

Il Duomo di Modena a cura di Patrizia Curti
Sotto al fregio che richiama quello con tralcio di vite dell’architrave della Porta Regia si allude al castello fortificato con due torri e mura merlate circondato dall’acqua del rilievo della lunetta della Porta della Pescheria.
La critica più recente data le sculture entro il 1130, cioè prima della redazione scritta delle Storie di re Artù ad opera di Goffredo di Monmouth nel 1136, mentre altri studiosi spostano alla seconda metà del XII secolo la realizzazione dell’archivolto.
I cani sono ripresi dal capitello sulla semicolonna tortile di destra del portale principale, nel quale è scolpito un cane a due teste che separa due figure umane.
Il motivo della doppia pelta (cfr. La Torre e Le Stelle ), recuperato dal formulario antico, già presente nei mosaici romani e bizantini nonché nella miniatura carolingia e ottoniana, dopo Wiligelmo ebbe straordinaria fortuna nel romanico emiliano; lo troviamo qui impiegato a rappresentare l’acqua intorno al castello, ove spunta un’immagine demoniaca che richiama il mostriciattolo della seconda formella dell’architrave della Porta dei Principi mentre ostacola il viaggio verso Oriente di San Geminiano.